Ha preparato una serie di trappole per lupi, che ormai nelle Prealpi sono stanziali. La poca attenzione nel prepararle ha fatto sì che l’uomo abbia lasciato delle tracce di Dna sulle esche. Dall’estrazione del materiale genetico la Polizia provinciale di Belluno è risalita ad un quarantenne residente nella Valbelluna, denunciato per il reato di caccia con mezzi vietati e tentata uccisione di animale. Il quarantenne ha adottato un sistema illegale di cattura di questi animali, tipico di chi pratica il bracconaggio. Questo tipo di trappola, cosiddetta a laccio, può anche provocare un decesso doloroso dell’animale perché provoca lesioni serie e lo immobilizza. «Gli agenti della Polizia provinciale di Belluno – spiega la Provincia in una nota – hanno rinvenuto, in un’area boschiva delle Prealpi bellunesi, un sito illegale per la cattura di animali selvatici. Per la tipologia delle esche utilizzate e per la fattura delle trappole, la volontà dell’autore era sicuramente quella di uccidere grandi carnivori come i lupi, che in quell’area risultano stanziali da alcuni anni». Le esche predisposte per la cattura dal quarantenne denunciato prevedevano la morte degli animali catturati per lenta asfissia da strangolamento, o per le lesioni agli arti intrappolati.
Le indagini. Per questa vicenda la Polizia provinciale bellunese, a partire dallo scorso gennaio, ha dato corso ad indagini tradizionali affiancate ad analisi scientifiche per isolare il Dna repertato sull’impianto di cattura. Una volta estratto, il materiale genetico è stato poi sottoposto a confronto con i campioni prelevati nell’abitazione della persona indagata. Questo riscontro investigativo è stato decisivo per poter contestare al bellunese i reati di caccia con mezzi vietati e tentata uccisione di animale. L’allarme lanciato a giugno . Lo scorso giugno il consigliere regionale del Veneto Andrea Zanoni (Pd) aveva lanciato l’allarme sulla questione delle uccisioni di questi carnivori commentando i dati dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve). L’esponente del Partito democratico aveva rivelato che «Dal 2010 al 2021 in Veneto ben 19 lupi sono rimasti uccisi: investiti, vittime di bracconaggio o dei bocconi avvelenati. Decisamente troppi, visto che parliamo di una specie superprotetta». (CORRIERE DEL VENETO)
Auguriamo a questo tizio le peggiori pene, ma non ha una famiglia, nessuno lo controlla quello che fa… Un bel ictus ci sta bene !! Anche il Veneto non ci fa certo una bella figura se ci abitano esseri di merda del genere!!
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