Il caso citato in una nota dall’assessore regionale alla Caccia e al territorio, Cristiano Corazzari, fa riferimento ad un esemplare di lupo nel Trevigiano che, dicono le autorità, da qualche mese frequenta abitualmente i centri urbani “dimostrando una anomala familiarità con la frequentazione di ambiti e circostanze fortemente urbanizzati e abitati”
“La Regione ha preso in carico tutte le situazioni in cui il lupo interferisce con le attività umane, anche nel caso Trevigiano”. Un caso quest’ultimo, precisano in una nota le autorità venete, che ha però portato Ispra e ministero dell’Ambiente a considerare appropriata “solo la rimozione”, per la quale è stata avviata anche la relativa procedura. L’annuncio è arrivato ieri da parte dell’assessore regionale alla Caccia e al territorio, Cristiano Corazzari, che ha fornito una panoramica degli interventi delle autorità su tutto il territorio. “Ad esempio per l’Alpago – dice – la Regione ha fornito a Ispra e al ministero dell’Ambiente tutti i dati e le informazioni utili a dimostrare che vi è una situazione di danno grave e reiterato alle attività allevatoriali che lì si praticano. Tale sforzo è sfociato solo nella predisposizione da parte degli organi competenti, cioè Ispra e ministero dell’Ambiente, di più protocolli contenenti le condizionalità per attivare gli interventi in deroga che possono spaziare dalla dissuasione alla rimozione del soggetto. Anche se la richiesta iniziale era impostata e finalizzata all’ottenimento della rimozione di due soggetti su specifiche e limitate situazioni”.
Diverso invece il caso trevigiano, che riguarda come detto un esemplare descritto dalle autorità come particolarmente presente nelle prossimità dei centri urbani: “In merito alle criticità rilevate ormai da qualche mese nel Trevigiano – dice infatti l’assessore – non è da considerare anomala la frequentazione da parte del lupo delle aste fluviali dal momento che più a sud, e precisamente nel Rodigino, già da qualche mese è stata rilevata una stabile presenza del lupo. La peculiarità del Trevigiano va ricercata nella eccessiva ripetitività con cui quel soggetto frequenta i centri urbani, dimostrando una anomala familiarità con la frequentazione di ambiti e circostanze fortemente urbanizzati e abitati. Va anche ricordato che il medesimo soggetto è stato sottoposto ad un intervento di dissuasione che evidentemente non lo ha fatto recedere dalle sue inconsuete abitudini”. E proprio questa situazione, continuano le autorità regionali venete, che ha rappresentato un’autentica novità in quanto la dissuasione “non ha provocato una modifica nel comportamento di questo lupo, soprattutto con riguardo al suo avvicinarsi ai centri abitati frequentati da persone” ha indotto “nuove valutazioni da parte dei soggetti competenti (Ispra e ministero) a considerare appropriata solo la rimozione, da qui l’attivazione della relativa procedura che vede necessariamente coinvolto un team multidisciplinare”. In altre parole, dunque, la Regione avrebbe ottenuto un primo via libera per la cattura o l’abbattimento dell’esemplare. Ispra aveva già fornito un parere positivo (per la prima volta nel nostro Paese) in merito all’abbattimento di due esemplari di lupo in Lessinia (nella zona di malga Boldera) nell’estate del 2023 a seguito delle predazioni registrate nell’area (16 bovini e 2 asini). Contro il decreto del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, diverse associazioni animaliste avevano però presentato ricorso ed il decreto stesso è stato poi dichiarato improcedibile a febbraio di quest’anno, vista l’assenza in quel momento di animali nell’area. (ildolomiti.it)
Ho già avvisato attraverso una email alla LAV, oggi è sabato, purtroppo oggi nessuno risponde al telefono, tenterà anche nel pomeriggio ad avvertire le altre sigle animaliste. Puoi commentare su whatsapp al numero: 392.555.00.00 eventuali messaggi verranno pubblicati qua sotto….
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