
«Di notte dormiamo con un occhio solo, ma non basta»
La problematica era stata sollevata ancora a giugno: dopo una settimana dall’apertura della stagione del pascolo di bestiame, il bilancio era di cinque vitelle, una vacca e una capra sbranate. «Rispetto all’anno scorso la stagione è iniziata molto male – aveva commentato amaro Marco Rigoni, allevatore iscritto a Confagricoltura che ha portato dieci cavalli e 115 manze a malga Porta Manazzo -. Il 10 giugno i gestori di Malga Frolla a Conco, appena arrivati, hanno subito la predazione di una vitella. Il giorno stesso, a malga Dosso di Sotto, è stata uccisa una vacca. L’11 giugno, sempre a Malga Frolla, altra vitella sbranata. Nei giorni successivi una vitella trovata morta a Canove, poi è toccato a una capra a Tonezza e infine, a malga Foraoro di Caltrano, a due vitelle. Di notte dormiamo con un occhio solo, ma non basta». Sempre a metà giugno Angelo Nicolin, che gestisce la malga Camporossignolo e la malga Bertiaga sul Monte Corno, sosteneva che la situazione fosse ormai fuori controllo. «Quest’anno ho già dovuto affrontare due assalti – le sue parole -, ma per fortuna i lupi sono scappati. In dieci anni di permanenza estiva sull’altopiano ho perso quasi una cinquantina di bestie. L’anno scorso ho trovato morte una puledra di sei mesi, una vacca gravida e una in lattazione. Servono decisioni concrete, e soprattutto immediate: tre branchi sono troppi, bisogna abbatterli, o portarli altrove». ( Condiretti dica ai suoi iscritti di proteggere queste malghe con le apposite protezioni e tenerci cani da guardania e i pastori anche anche di notte, è facile guadagnare soldi senza spendere piu di tanto. Vedremo se sarà possibile mandare dei controlli a queste malghe interessate. Il lupo fa il lupo, il pastore dorme con un occhio aperto, stasse con tutti e due gli occhi aperti….)
«Chiediamo un intervento politico»
Secondo i dati della Regione, nel 2022 le predazioni in Veneto sono state 823, opera almeno di 15 branchi. Nonostante i continui gridi d’allarme da parte di Coldiretti Vicenza, la situazione sembra immobile. «Ogni giorno ci arrivano più segnalazioni – commenta il presidente Pietro Guderzo –, e le aziende agricole ormai stremate (dal freddo? o dal caldo?). Da anni Coldiretti è in prima linea nel sollecitare le istituzioni competenti, affinché si trovi una soluzione al problema, investendo in particolare la Regione Veneto, nonché l’Europa, per tramite degli europarlamentari vicentini a Bruxelles, ma i risultati tardano ad arrivare». Qualche allevatore ha anche manifestato la volontà di tornare a casa tornare a casa, non riuscendo più a sopportare una tale situazione.
«Non si tratta di una questione ambientalista – prosegue Guderzo -, ma di buon senso (??). La diffusione incontrollata dei selvatici, lupo, ma anche cinghiali, nutrie ed altri animali, infatti, rappresenta un oggettivo pericolo per l’economia, per il territorio e le sue produzioni e, naturalmente, per tutti i cittadini. Chiediamo alla politica, dunque, di farsi sentire, di dare dei segnali concreti ed inequivocabili, al di là delle enunciazioni – conclude -, che si intende agire per il contenimento di queste specie e la sopravvivenza della specie umana».
Per il discorso dei lupi faccia sistemare le protezioni, adesso come adesso l’Europa con la svolta a sinistra credo proprio non vi prenda neanche in considerazione, il lupo è una specie protetta, trovi altre soluzioni, altro che abbattimento, neanche lo dovrebbe pensare…
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