
Dopo avere ammazzato un lupo “a caso”, ora il dipartimento del servizio forestale dell’Alto Adige vuole accertare se l’animale ucciso fosse l’autore della predazione di alcune pecore lasciate incustodite: se era uno degli “accusati”, cioè se era un lupo che aveva fatto il lupo, smetteranno di braccare e ammazzare lupi?
Oppure, come sembra che le parole del direttore Günther Unterthiner (Anche questo non ha il nome italiano, nota di wolf 1 news, non dovrebbe piu’ farci strano, un po come le forti polemiche dei cartelli scritti solo in tedesco, sempre meglio da quelle parti) facciano trapelare, auspicano che ISPRA dia ulteriori, maggiori spazi ai fucili?
È emerso in maniera incontrovertibile che le pecore predate non erano correttamente custodite e che mancavano le opere di prevenzione atte a tutelare gli animali d’allevamento.
Lo ha scritto in chiaro lo stesso Istituto, che gli animali provengono da varie aziende diverse, quindi tendono a distribuirsi su tutta l’area disponibile divenendo così particolarmente vulnerabili, che non ci sono a protezione cani da guardiania, che vengono seguite da un solo pastore e che addirittura sia stato considerato utile “lasciar uscire le pecore dal recinto” (sic).
Sembra ancora presente sia in Trentino che in Alto Adige – nonostante le prevenzioni abbiano dimostrato di funzionare efficacemente – l’abitudine di lasciare greggi e mandrie allo stato brado, quindi alla mercé di qualunque pericolo insito nella montagna stessa. Infatti è purtroppo banalmente frequente che debbano intervenire il Soccorso alpino oppure Vigili del fuoco per salvare addirittura interi gruppi di animali non adeguatamente custoditi dai proprietari: di pochi giorni fa la notizia dell’intervento del gruppo Saf dei vigili del fuoco per recuperare una trentina di pecore – alcune erano nel frattempo morte, precipitando, sfinite dal freddo e dalla fame – bloccate da giorni ai piedi della cima Cece in Lagorai.
Ma questa, per gli anti-lupo e anti-orso, evidentemente è un’altra storia.
Però è cronaca, che molti pare abbiano dimenticato, che il declassamento del lupo non è ancora stato recepito, quindi rimane in Italia specie “particolarmente protetta” secondo la legge 15792 e, invero, ci lascia basiti che ISPRA abbia dato il proprio assenso ad un’azione inutile, ma anche dannosa, perché fa pensare erroneamente che tutti i problemi dell’allevamento di montagna si risolvano ammazzando qualche lupo, mentre sarebbe più utile dare sempre maggior sostegno agli allevatori virtuosi, quelli che concretamente dimostrano di impegnarsi per la custodia dei propri animali.
Per la sezione territoriale dell’ENPA, la presidente Ivana Sandri (Tratto da Opinione Agenzia Giornalistica)
Intanto ho voluto scrivere un paio di canzoni dedicate a REMO, sentite se vi piacciono nelle varie versioni…
Se sentite già della musica appena aperto la pagina, spegnete il player di Wolf 1 Radio in alto a destra, se state usando il computer. Stessa cosa ma al centro sui cellulari… Buon ascolto e sempre Viva il lupo.
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